Tech Transfer: Made in Italy, la via del futuro
Le banche italiane non hanno ancora compreso il valore di tecnologie e piattaforme digitali come asset intangibili, la cui proprietà intellettuale va tutelata. Eppure l’emergere di nuovi modelli di business “as a Service” è un’opportunità.
La valorizzazione della proprietà intellettuale delle tecnologie sviluppate internamente alle aziende è un tema nuovo per le PMI italiane. Che stanno iniziando a esplorare le possibilità di nuovi business model, basati sul trasferimento tecnologico e il brokeraggio di brevetti. Ma c’è un ambito in cui questo tema è ancora più di frontiera: ed è proprio quello bancario.
Tech Transfer: il futuro della sicurezza sul lavoro passa anche da qui
Le banche italiane non hanno ancora compreso il valore di tecnologie e piattaforme digitali come asset intangibili, la cui proprietà intellettuale va tutelata. Eppure l’emergere di nuovi modelli di business “as a Service” è un’opportunità.
La valorizzazione della proprietà intellettuale delle tecnologie sviluppate internamente alle aziende è un tema nuovo per le PMI italiane. Che stanno iniziando a esplorare le possibilità di nuovi business model, basati sul trasferimento tecnologico e il brokeraggio di brevetti. Ma c’è un ambito in cui questo tema è ancora più di frontiera: ed è proprio quello bancario.
La user experience (e non solo) come asset intangibile: banche e proprietà intellettuale
Le banche italiane non hanno ancora compreso il valore di tecnologie e piattaforme digitali come asset intangibili, la cui proprietà intellettuale va tutelata. Eppure l’emergere di nuovi modelli di business “as a Service” è un’opportunità.
La valorizzazione della proprietà intellettuale delle tecnologie sviluppate internamente alle aziende è un tema nuovo per le PMI italiane. Che stanno iniziando a esplorare le possibilità di nuovi business model, basati sul trasferimento tecnologico e il brokeraggio di brevetti. Ma c’è un ambito in cui questo tema è ancora più di frontiera: ed è proprio quello bancario.
La nuova Identità Tecnologica Europea e il ruolo dell'Italia
Le banche italiane non hanno ancora compreso il valore di tecnologie e piattaforme digitali come asset intangibili, la cui proprietà intellettuale va tutelata. Eppure l’emergere di nuovi modelli di business “as a Service” è un’opportunità.
La valorizzazione della proprietà intellettuale delle tecnologie sviluppate internamente alle aziende è un tema nuovo per le PMI italiane. Che stanno iniziando a esplorare le possibilità di nuovi business model, basati sul trasferimento tecnologico e il brokeraggio di brevetti. Ma c’è un ambito in cui questo tema è ancora più di frontiera: ed è proprio quello bancario.
Dall’algoritmo egoista all’algoritmo responsabile (e forse generoso)
Il tema della dicotomia vs. l’analogia, attuale o prospettica, tra intelligenza umana e intelligenza artificiale ricorre da diversi decenni e ha origini nella letteratura scientifica dello scorso secolo. L’automatizzazione delle capacità umane ha a che fare con un tema dibattuto, quanto temuto dai più: il superamento dei limiti umani, sia fisici che intellettuali, appartiene da sempre al desiderio di miglioramento dell’uomo stesso, benché esso sia stato un tema, spesso, definito come utopistico, sia a causa di tempi poco maturi, sia per la possibilità di parlarne senza correre il rischio di spaventare le persone.
Mettere a terra i progetti previsti dal Pnrr
Il più recente rapporto dell’Istat sul tema R&S in Italia, riferito al 2018-2020, si apre con un dato apparentemente positivo: rispetto al periodo precedente, l’Italia ha speso in ricerca e sviluppo 25,2 miliardi di euro, con un aumento del 6% rispetto al 2017. Il tallone d’Achille del sistema della ricerca italiana - e quindi del livello di innovazione del Paese - è la sua scarsa capacità di trasferimento tecnologico e di relazione con le imprese.
Cibo e moda? Non solo. Il Made in Italy è Deep Tech: ecco perché
Spesso nella cultura prevalente italiana, e nella comunicazione mediatica mainstream, il termine Made in Italy viene ricondotto a prodotti di consumo appartenenti prevalentemente alle filiere del cibo, della moda, del design e dell’artigianato italiano in generale, tralasciando, di conseguenza, altri ambiti industriali di eccellenza italiana che costituiscono per il nostro Paese un grande vantaggio competitivo.
Citytech e la Smart Society 5.0
Nello scorso secolo, caratterizzato dall'epoca dell’Industry 3.0 (fase di industrializzazione in cui la robotica e l’automazione richiedevano ancora una forte interazione con l’uomo, prima di divenire sistemi tecnologici da esso autonomi nell’epoca dell’attuale Industry 4.0), il sistema economico ha guidato le scelte del consumatore indirizzandolo verso esigenze “latenti” che corrispondessero perfettamente ai prodotti acquistabili sul mercato, inducendo così la creazione di nuovi mercati da soddisfare.
Arriva il fondo partecipato dal Ministero dell'Istruzione per avvicinare Università e lavoro
Il fondo partecipato da privati con il Miur al 20% avrebbe l’obiettivo di occuparsi di trasferimento tecnologico dalle nostre università al mondo dell’impresa per valorizzare la proprietà intellettuale che nasce nei centri di ricerca italiani.
Cosa ci aspettavamo dai ragazzi del TEDxYouth (e cosa abbiamo avuto)
Ci aspettavano dai ragazzi delle scuole superiori che hanno partecipato alla giornata romana scenari apocalittici e fantascientifici, ingenuità e sogni. Quello che ci hanno dato è un manuale di istruzione per imparare a usare gli strumenti e il linguaggio che usano, ad esempio, per comprendere e accettare la diversità.
Se la società al posto dell'amministratore delegato ha un algoritmo
Le Entità Algoritmiche sono intelligenze artificiali dotate di diritti e funzioni decisionali legali; e già sono possibili. Per esempio nel Delaware. Potrebbero assumere dipendenti, gestire transazioni finanziarie, fare campagne di crowdfunding, emettere bitcoin e quant’altro. Il rischio si chiama "occorrenza algoritmica non programmata". Urge una regolamentazione.
La nuova giapponesizzazione del XXI secolo: Society 5.0 e open innovation
Già alla fine del XX secolo avevamo assistito alla supremazia tecnologica del Giappone, che per primo al mondo aveva creato una società basata sulla cultura della coesistenza tra innovazione e tradizione, elementi i quali, in continuo e affascinante contrasto tra loro, rappresentano i due volti apparentemente distanti di un paese che aveva deciso di proiettarsi nel futuro.
Rileggere Filarco per costruire la Società 5.0
L'origine del concetto di "Trasferimento Tecnologico" quale strumento di produzione di valore è antico, molto antico. Dobbiamo leggere Filarco che, già nel II secolo A.C., tramandava ai posteri la storia del tiranno di Sibari e del suo editto di cinque secoli prima, in base al quale chiunque fosse stato in grado di inventare una nuova pietanza del tutto originale avrebbe potuto godere di un anno di monopolio su quella ricetta inedita, così da poterne trarre profitto.
Cosa hanno detto al primo super summit sull'intelligenza artificiale
A Ginevra per tre giorni scienziati e futuristi hanno indagato gli impatti e le sfide delle nuove tecnologie. Sono cinque le domande in cerca di risposta. Ma la morale è che in fondo l'artificial intelligence sarà plasmata da noi umani.
I giovani super eroi di tutti i giorni
Il TEDxRoma 2017 si è interrogato su come rimettere al centro del futuro l'uomo e l'etica al posto del business. Forse con la ricetta di Philip Zimbardo.